Una lettera aperta diretta al Sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, è stata diffusa dal “Comitato sovracomunale di Cittadini contro la Centrale a Biometano di Fermo-San Marco.

Non deve essere piaciuta la giustificazione che il primo cittadino ha tentato di dare, tramite i social, per calmare la contestazione popolare che è andata via via aumentando: “La normativa, da tre anni e cioè dall’avvento della crisi energetica sotto il governo Draghi, permette queste procedure semplificate e quasi totalmente in autocertificazione, per istallazioni di impianti a servizio della azienda agricola”.

Soprattutto non è piaciuto il silenzio dell’amministrazione comunale rispetto ad un progetto presentato da oltre un anno.

Del resto come già descritto in un nostro precedente articolo questo tipo di “lavorazioni” sono ben viste dall’amministrazione fermana che è il soggetto proprietario e promotore di un’industria simile, (in costruzione presso la discarica di San Biagio), ben più grande (40.000 tonnellate annue) ed inquinante.

La lettera aperta

“Siamo i cittadini residenti a San Marco alle Paludi, in prossimità del fiume Tenna, coinvolti e interessati dal raggio di azione della centrale a biometano: siamo rimasti sconvolti dall’apprendere l’entità della struttura industriale che verrà realizzata vicinissima alle nostre abitazioni, in alcuni casi a meno di 180 metri dalle nostre proprietà.

Siamo fortemente preoccupati per i rischi ambientali e di salute pubblica che questa grande struttura comporterà nel territorio: chi prenderà la responsabilità di garantire che non ci saranno odori nauseabondi da rendere invivibile la zona, come già negli scorsi anni è accaduto, fortunatamente per pochi giorni, da queste zone fino a Lido di Fermo in pieno agosto in cui l’aria era resa irrespirabile dallo sversamento nei campi di pochi camion di pollina?
Chi ci rassicurerà che non ci saranno emissioni nocive, o inquinamento delle falde acquifere così superficiali che caratterizzano la zona?
Adesso e in futuro chi sarà responsabile di questi aspetti?

Questa è un’area caratterizzata da case coloniche sparse e microaziende a km zero, in cui produttori di qualità, ristoratori, proprietari di agriturismi e famiglie che hanno scelto di vivere in un luogo ancora intatto e non urbanizzato, hanno fatto notevoli investimenti, anche recenti, tenendo conto delle chiare previsioni di PRG e in assenza di qualsiasi ipotesi di imminente stravolgimento di questo territorio. Proprio il PRG definisce l’area come “parti del territorio facenti parte della piana alluvionale che conservano ancora in buona misura le caratteristiche peculiari del paesaggio agrario ed alcuni significativi elementi storico-architettonici (edifici rurali e ville di campagna di interesse storico-architettonico, segni visibili della struttura centuriata, ecc.)”: visto che gli uffici comunali hanno giustamente richiesto estrema attenzione e precisione nel calibrare i nostri interventi di restauro delle case che costellano l’area, ci chiediamo come possa passare un progetto industriale così impattante sotto traccia a pochi metri dalle quelle stesse case.

Anche ammesso che tutto sia in regola, dopo aver saputo che il progetto è stato presentato oltre un anno fa nel marzo 2023, siamo sconcertati dalla mancanza di trasparenza che l’amministrazione ha avuto nei confronti di noi cittadini. Non capita tutti i giorni di costruire una centrale a biometano a Fermo, come è possibile che gli uffici non si siano accorti di questa cosa?

E ci sconvolge il fatto che i fondamentali pareri ad AST e ARPAM vengano richiesti adesso, dopo oltre un anno dalla approvazione, come appreso a mezzo social.

Come mai si comunica a ciclo continuo qualunque minima notizia inerente la città, mentre si tiene all’oscuro di tutto la stessa città e le confinanti su un progetto talmente grande che coinvolge in negativo addirittura i cittadini dei comuni limitrofi, con conseguente preoccupazione anche dei loro sindaci?
Qual è la visione dell’Amministrazione per questa parte di città, così vicina al casello della A14 e giardino d’ingresso della Provincia?

Non sarebbe stato opportuno un passaggio pubblico, anche solo informativo, in questo senso? O una prova di maggiore coraggio e lungimiranza nei rapporti con i soggetti privati?

Vista l’attenzione che ha sempre dimostrato anche per i dettagli nel resto della città, chiediamo all’Amministrazione non solo risposte alle nostre domande sopra elencate, ma che faccia il possibile per evitare questo scempio macroscopico, che porterà ad un drastico “prima” e “dopo” nella vita dell’intera provincia, e non solo di Fermo”.