di MASSIMILIANO BARTOCCI

Calcinaro revoca il divieto di sperimentazione e installazione della tecnologia 5G sul territorio fermano

Il Sindaco con ordinanza n. 21 del 19-04-21 ha revocato il suo precedente provvedimento con cui aveva stabilito il “Divieto di sperimentazione e/o installazione della tecnologia 5G” sul territorio fermano.

Questo vuol dire che presto anche a Fermo vedremo “sorgere” le famose antenne 5G

CONTE E DRAGHI UNITI DALLO STESSO FILO

Il cambio di rotta si è reso necessario in quanto il decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 non consente più ai primi cittadini di opporsi alle antenne di quinta generazione.


Foto di Ryutaro Tsukata da Pexels

Le nuove norme infatti hanno modificato il comma 6 dell’art. articolo 8 della legge 22 febbraio 2001 n. 36 che ora stabilisce che i Comuni non possono “introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato ai sensi dell’articolo 4”.

Il governo è intervenuto proprio per porre un freno alle oltre 600 ordinanze firmate dai sindaci italiani con lo scopo di bloccare l’installazione delle reti 5G.

Sulla base della nuova disciplina il TAR di Sicilia ha accolto il ricorso di Vodafone contro l’ordinanza del comune di Messina che vietava la sperimentazione e l’installazione delle antenne 5G perché dannose per la salute.

LIMITI DI EMISSIONI ELETTROMAGNETICHE AUMENTATE DI 10 VOLTE

L’introduzione di questa norma non era ancora sufficiente per l’introduzione della rete 5G resa impossibile o comunque difficoltosa in quei Paesi, come l’Italia, con limiti di emissione elettromagnetica più rigorosi.

La necessità di innalzamento dei limiti è emersa da uno studio promosso dall’International Telecommunication Union (ITU) che ha valutato l’impatto della legislazione nazionale dei paesi europei sull’introduzione della rete 5G.

Così Draghi è giunto in soccorso a Conte.

La IX Commissione (Trasporti, poste, telecomunicazioni) della Camera dei Deputati, nell’ambito della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), ha approvato l’innalzamento dei limiti di emissione elettromagnetica passando dall’attuale media di 6 V/m ad un massimo di 61 V/m (valore per il campo elettrico) e da 0,1 Watt/mq ad un massimo di 10 Watt/mq (valore per la densità di potenza del campo elettromagnetico in alta frequenza).

La necessità di innalzamento dei limiti dimostra come siano false le notizie rassicuranti secondo cui l’introduzione della tecnologia 5G in realtà determinerebbe una emissioni generale più bassa perché, a differenza degli impianti delle generazioni precedenti (4G, 3G, 2G) che sono statici e quindi la potenza nelle varie direzioni non cambia nel tempo, le antenne usate dal 5G sono dinamiche e irradiano un fascio più stretto solo nella direzione dove si trova il terminale d’utente. Ma a parte la considerazione che tutto dipenderà da quanti utenti chiederanno contemporaneamente lo stesso servizio sembra oggettiva la necessità di particolari picchi elettromagnetici. Perché altrimenti innalzare i limiti?

Se da un lato si afferma che la tecnologia 5G è molto meno inquinante dall’altro si dice che per funzionare ha bisogno di un innalzamento dei limiti di emissione. Che sembra un controsenso.

MA NESSUNO SEMBRA CONSIDERARE CHE LE VECCHIE TECNOLOGIE CONTINUERANNO A FUNZIONARE

Nessuno sembra aver tenuto conto del fatto che le “vecchie” tecnologie continueranno a funzionare con la possibilità di maggiori emissioni. Il 4G continuerà a fare la parte del leone accrescendo la sua quota al 56% di tutte le connessioni entro il 2025. La possibilità di aumentare la potenza delle antenne delle vecchie tecnologie determinerà la necessità di riconsiderare i piani comunali delle antenne per cercare di mitigare l’aumento complessivo dell’inquinamento elettromagnetico e le conseguenti malattie tumorali.

SI LEGIFERA CONTRO LA VOLONTA’ DEI CITTADINI

Ma la constatazione più allarmante è che il legislatore nazionale si è mosso per contrastare la volontà di oltre 600 Comuni, compreso quello di Fermo, che si erano espressi contro la tecnologia 5G e non già per rispettare o realizzare la loro volontà che in definitiva è quella popolare.

Un evidente restringimento dell’autonomia comunale e delle prerogative dei Sindaci in materia di salute pubblica.

“Nessun aumento dei limiti di emissione”

Sulla questione è intervenuto il senatore Sergio Romagnoli (movimento 5 stelle) secondo cui “il PNRR non conterrà nessun aumento dei limiti di emissione elettromagnetica” evidenziando anche come i problemi non saranno determinati dal 5G ma eventualmente dalla somma delle varie fonti di emissione.