di MASSIMILIANO BARTOCCI

Se la famosa guida Lonely Planet ha messo nel 2020 la regione Marche tra le migliore mete al mondo un motivo ci sarà pure stato.

In realtà di motivi ce ne sono veramente tanti.

Uno di questi è senza dubbio la baia di Portonovo, gioiello delle Marche, completamente immersa nel verde del Parco del Conero.

La baia di Portonovo (AN) uno dei gioielli delle Marche, bandiera blu e presidio Slow Food per il mosciolo selvatico

Bandiera Blu

Un paesaggio incredibile ma anche una eccellente qualità dell’acqua e un livello dei servizi che sono stati determinanti per ottenere il meritato riconoscimento della “bandiera blu” che, ricordiamo, spetta solo alle singole spiagge (non ai Comuni) che rispettano precisi e rigorosi parametri.

Il mosciolo selvatico: presidio Slow Food

La qualità dell’acqua permette la nascita del prodotto principe di questa zona che è “il mosciolo selvatico di Portonovo”, un mollusco che si riproduce spontaneamente sulla scogliera rocciosa del tratto di costa che va da Pietralacroce fino al confine tra Sirolo e Numana, particolarmente adatto alla sua proliferazione.

Nel 2004 la “Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus” ha inserito tra i suoi presidi anche il mosciolo selvatico di portonovo.

I presidi di Slow Food mirano a salvaguardare la biodiversità alimentare, mappando i prodotti che rischiano “l’estinzione”, creando un catalogo virtuale e delle comunità che si prendono cura di un determinato “prodotto” e si impegnano a valorizzare tutto ciò che lo “sostiene e promuove”, dall’ambiente, alla cultura, al paesaggio fino alle tecniche di produzione e i mestieri.

Una tradizione a rischio di estinzione

In questo viaggio abbiamo incontrato Roberto Rubegni, responsabile del presidio Slow Food “Il mosciolo selvatico di Portonovo”, che ci ha spiegato come delle 70 imbarcazioni di pescatori che negli anni ottanta si dedicavano alla pesca oggi ne sono rimaste appena quattro.

“Sono infatti solo quattro le imbarcazioni che in cooperativa gestiscono la pesca e la vendita di questo mollusco. Ogni imbarcazione ha due persone di equipaggio: una che deve necessariamente rimanere a bordo e una che si immerge per la pesca”

Le difficoltà della pesca e la concorrenza della cozza da allevamento hanno reso difficile la “sopravvivenza” di questa tecnica e quindi reso sempre più raro trovare sulle tavole il mosciolo di Portonovo che, ci spiega Roberto Rubegni, ha un sapore riconoscibile “grazie anche agli eccezionali nutrimenti portati da particolari correnti marine”.

Le caratteristiche del “mosciolo”

“Le caratteristiche del mosciolo derivano in gran parte dalla qualità dell’acqua di questo tratto di mare che è di categoria A.

Acque particolarmente pure grazie anche al fatto che gli scarichi delle strutture esistenti sulla costa non finiscono in mare ma, grazie ad un impianto di sollevamento delle acque reflue, realizzato negli anni 80, vengono convogliate nella rete fognaria della città di Ancona”.

“Qualità dimostrata dal fatto che il “mosciolo di Portonovo” non deve essere stabulato, cioè lasciato a spurgare in acqua per 24/48 ore, ma può essere consumato immediatamente”

Marchio registrato e attestato d’origine

Grazie anche all’attività di Slow Food il Mosciolo Selvatico di Portonovo è un marchio registrato e può essere pescato e venduto esclusivamente dalla Cooperativa Pescatori di Portonovo che rilascia un attestato di origine presente in tutte le confezioni.

12.000 esemplari di ricci di mare pescati illegalmente

Conservare il mare pulito è un fattore determinante per una produzione ittica di qualità.

Qualità particolarmente ricercata tanto che è di oggi la notizia del sequestro di 12.000 esemplari di ricci di mare pescati illegalmente proprio in questo tratto di mare.