di Massimiliano Bartocci
Sono sempre più frequenti le segnalazioni di rifiuti abbandonati che giungono alla nostra redazione.
Un fenomeno consolidato che riguarda soprattutto le zone di transito più nascoste della città, in particolare quelle che costeggiano il fiume Tenna e il fiume Ete.
L’area naturalistica di Marina Palmense una zona a rischio
A queste zone “storiche” si è aggiunta la nuova strada realizzata nell’area naturalistica di Marina Palmense.
Una strada senza illuminazione e periferica che si presta facilmente all’abbandono di rifiuti, come dimostrano le foto che ci sono pervenute.
Rifiuti pericolosi o materiale edili di lavori fatti in economia sono le tipologie più gettonate.
Le foto “trappole” sono una soluzione possibile
Un fenomeno tristemente noto in molte parti d’Italia tanto da spingere molte amministrazioni comunali a dotarsi di “foto trappole” per reperire elementi utili al fine di individuare e punire i trasgressori.
Anche la Provincia di Fermo ha acquistato, già da qualche anno, due impianti di videoripresa a raggi infrarossi che si attivano con il movimento e che consentono la trasmissione in tempo reale delle immagini per un eventuale contrasto in flagranza.
Non si conoscono i risultati del loro utilizzo ma, considerando anche l’estensione territoriale del Comune di Fermo, è auspicabile una scelta in tal senso anche da parte dell’amministrazione Comunale.
L’abbandono dei rifiuti speciali oltre a determinare un danno ambientale e d’immagine rappresenta un costo per la collettività che deve sopportare i costi per la loro rimozione e del loro smaltimento in discarica.
L’acquisto di foto “trappole” è non solo auspicabile ma anche una spesa alla portata delle casse comunali se si considera che il loro costo (che va dai 300 ai 500 euro) può essere ampiamente ripagato dalle sanzioni applicate ai trasgressori e dai minori costi necessari per la rimozione dei rifiuti, anche e soprattutto se paragonato ad altri tipi di investimento come quello effettuato da poco per l’installazione di 60 telecamere per videosorveglianza nel quartiere di Lido Tre Archi costato quasi mezzo milione di euro e che per ora non ha prodotto sanzioni per quel che riguarda “l’abbandono” dei rifiuti fuori dalle isole ecologiche.