di Massimiliano Bartocci –

Trucchi e magie al Consiglio Comunale di Fermo del 28 Dicembre 2021 che ha approvato l’alienazione della “Casina delle Rose” e l’indebitamento dell’ente per oltre 25 milioni di euro.

Questo in sintesi quello che è avvenuto con l’approvazione del bilancio di previsione 2022 e la modifica del DUP (Documenti Unico di Programmazione 2022-2024).

Dopo la vendita della Solgas, dopo la vendita della “Casa del Custode”, ora sembra giunta la volta di un altro pezzo pregiato: la Casina delle Rose.

TIRATO FUORI DAL CILINDRO UN ALTRO “CONIGLIO” … COMUNALE

Con un vero atto di magia, il Sindaco Calcinaro, ha tirato fuori dal cilindro un altro “coniglio” comunale che ha ribaltato la decisione presa pochi mesi fa di ristrutturare l’immobile “storico”.

Trucchi e magie al consiglio comunale di Fermo del 28 Dicembre 2021

E se per la Solgas una qualche giustificazione era stata trovata, per la vendita della “Casina delle Rose”, da sempre di proprietà pubblica, non è stato possibile trovare alcuna spiegazione plausibile.

Sul suolo del Girfalco è stato costruito il primo Municipio Comunale. Sul suolo del Girfalco esiste la prima Cattedrale della storia della Cristianità dedicata alla Madre di Gesù. Questi due elementi da soli avrebbero dovuto suggerire maggiore cautela e propendere per il mantenimento della proprietà pubblica.

Una decisione che lascia allibiti anche perché segue le tranquillizzanti promesse pubbliche di aver trovato i finanziamenti per la sua ristrutturazione. Il Sindaco aveva parlato più volte di un finanziamento di un milione e ottocentomila euro.

Purtroppo, però, ha affermato ironicamente Renzo Interlenghi Capogruppo di Fermo Capoluogo, il bando per ottenere i fondi per la ristrutturazione è andato perso per un errore burocratico e quindi, anziché insistere sul progetto di riqualificazione, che a luglio di quest’anno sembrava ancora fattibile, si è cambiata strategia”.

La sola motivazione che con un certo imbarazzo è stata indicata, per tentare di giustificare il repentino cambio di idea, è stata quella della diminuzione delle iscrizioni ai corsi universitari dovuta alla pandemia (-40%) e l’aumento dell’afflusso turistico registrato nel 2021, che a guardar bene è “una toppa peggiore del buco” perché fa riferimento a motivi di natura contingente e quindi ad una decisione presa sull’onda dell’emotività.

Con l’aggiunta che non esistono prove che le strutture ricettive della nostra città (alberghi e B&B) avessero fatto registrare nel 2021 un sold-out e in contrasto con la richiesta di alcuni Hotel, nella vicina Porto San Giorgio, di modificare la destinazione d’uso da struttura ricettiva a residenziale.

“NOTEVOLE INTERESSE DA PARTE DI POTENZIALI INVESTITORI”

E’ risultato invece sibillino l’inciso secondo cui “questi dati hanno senz’altro risvegliato notevole interesse da parte di potenziali investitori, aspetto che ha condotto ad una riflessione” e al cambio di decisione.

Potenziali investitori che sono quindi quelli che hanno determinato le scelte del nostro ente.

“CHI COMANDA REALMENTE A FERMO?”

Anche il consigliere comunale Renzo Interlenghi non è riuscito a trattenere il proprio disappunto: “Cosa ci sia veramente sotto non è dato sapere ma, alla mia domanda: ”Chi comanda realmente a Fermo, tanto da farvi modificare il programma in quattro e quattr’otto?” si è notato un certo imbarazzo”

Una storia già vista e che aveva, in passato, sollevato più di una protesta.

Ancora vivo è il ricordo di decine di manifesti che chiedevano conto di questa vendita.

Campagna di affisioni a Fermo contro la vendita di un bene storico

Vendita ancora più grave perché compiuta in un periodo dove esistono enormi opportunità finanziarie che avrebbero permesso non solo di ristrutturare l’immobile ma anche di “controllare” la destinazione futura, senza incorrere in prevedibili sorprese che potrebbero portare alla realizzazione di appartamenti e residenze private e, quindi, a trasformare le alienazioni del Girfalco in una lottizzazione mascherata.

Basti pensare al fatto che il Comune di Fermo è alla ricerca di una sede idonea per la Cavalcata dell’Assunta e per un eventuale museo del Palio. E, pensando alla Casa del Custode, quale sede più idonea poteva essere quella che si trova proprio di fronte alla Cattedrale dedicata all’Assunta?

COSA SI NASCONDE DIETRO ALLA VENDITA DELLA SOLGAS, ALLA VENDITA DELLA CASA DEL CUSTODE E A QUELLA DELLA CASINA DELLE ROSE?

Quando una amministrazione pubblica cede delle proprietà pubbliche di pregio dovrebbe anche avere una motivazione seria.

Ma nessuno è riuscito a capire quali sono state le opere indispensabili tali da giustificare la cessione della Solgas e ancor più la vendita di pezzi del Girfalco.

Da notare invece la riproposizione delle stesse modalità che hanno caratterizzato la prima tentata vendita, quella andata deserta, vale a dire il prezzo di vendita di 1,9 milioni di euro e il contemporaneo impegno alla realizzazione di un ascensore su Via Mazzini per una spesa di oltre 500.000 euro, per agevolare la salita dei clienti verso il Girfalco, ascensore tornato in auge a dimostrazione della sua funzione strumentale alla cessione. Così come la destinazione della restante somma per un non meglio precisato “processo di recupero generale dell’intero Girfalco di Fermo” che si potrebbe anche leggere come una serie di opere a vantaggio della struttura privata.

Le parole che nascondono la realtà

Decisioni storiche prese con assoluta leggerezza e nella indifferenza generale.

Due sono le cause di questa “indifferenza”. Il civismo che ha racchiuso in un unico contenitore tutte le forze politiche esistenti sul territorio, facendo venire meno quella dialettica costruttiva tra maggioranza e minoranza, e soprattutto la debolezza culturale dimostrata dalle nuove generazioni di politici locali facilmente “ipnotizzabili” dalle parole di cui spesso non comprendono il senso.

La vendita di un pezzo del Girfalco è divenuta una valorizzazione!!!  

Il capitolo del DUP intitolato “Alienazione Casina delle Rose” così descrive quella che è una banale vendita: “Tra gli obiettivi strategici da perseguire nel breve-medio periodo vi è la valorizzazione dell’immobile di proprietà comunale”. Ma una vendita non è mai una valorizzazione quanto l’abbandono di un bene al volere e alle esigenze di altri. La vendita non è una valorizzazione ma una monetizzazione, che sono due cose ben diverse.

Una industria insalubre è diventata un progetto “green”

Così la realizzazione di un’industria insalubre e l’arrivo di montagne di rifiuti, suona meglio se nascoste dietro la parola “biodigestore”.

La costruzione di nuove case si è trasformata in “housing sociale per anziani e giovani coppie”

Le varianti al PRG e le lottizzazioni, che con molta probabilità interesseranno il quartiere Molini-Campiglione, non destano più preoccupazione perché nascoste dietro parole come PinQua o “housing sociale per anziani e giovani coppie“, che in realtà indicano più semplicemente la costruzione di case.

“Case e ancora case” nonostante l’enorme patrimonio immobiliare inutilizzato esistente sul territorio e nonostante la città perda ogni anno 400 residenti e quindi nel giro di dieci anni il 10% dei suoi abitanti.

Il civismo che raccoglie tutto

 Anche la parola “civismo” è oggi utilizzata a sproposito anche per mimetizzare fenomeni come i “comitati d’affari” o il “consociativismo” che in passato hanno sempre avuto una connotazione negativa.

25 MILIONI DI NUOVI MUTUI

La realtà è che al temine dell’era Calcinaro avremo un città senza l’unica partecipata che produceva utili, vale a dire la Solgas e senza più beni pubblici in posizione strategica come la Casa del Custode e la Casina delle Rose e con l’aggiunta di un peso enorme rappresentato dall’indebitamento.

Al milione di euro di mutui del 2020 si sono aggiunti i 3,6 del 2021 e se ne aggiungeranno molti di più negli anni a venire: 5,2 nel 2022, 10,1 nel 2023 e 10,2 nel 2024. Di questi “€ 4.035.575 nel 2022, € 8.054.520 nel 2023 ed € 8.087.775 nel 2024 sono previsti per la contabilizzazione del mutuo variabile da accendere a beneficio della Fermo Asite per l’attivazione del biodigestore”.

Un indebitamento del Comune per 25 anni mentre a godere dei benefici sarà la sua partecipata Asite con un fatturato che sembra non più riconducibile nell’alveo della gestione in house, come confermato dallo stesso consigliere comunale Interlenghi:

“Hanno votato (compatta la Lega che dopo il voto delle elezioni provinciali appare più morbida con la maggioranza stessa) per procedere con l’investimento per il biodigestore (€ 20 milioni circa), sperando che sia finanziato con i fondi del PNRR ma, in caso diverso, dal cilindro hanno tirato fuori un mega finanziamento con la Cassa Depositi e Prestiti che pagherà il Comune ma di cui potrà beneficiare l’ASITE. Della serie: il Comune impegna il proprio bilancio per 25 anni e garantisce il rientro delle somme, mentre l’ASITE potrà spendere ed investire senza rischio di capitale. C’è qualcosa che non torna anche perché sembrerebbe a rischio anche la stessa permanenza della qualità di società in house dell’ASITE”

UN MILIONE DI METRI CUBI DI DISCARICA IN PIU’

Oltre a questa montagna di debiti l’amministrazione Calcinaro lascerà anche una montagna di rifiuti: un milione di metri quadri di nuova discarica!!!

Recita infatti il DUP “dopo la messa in attività del progetto di ampliamento (mc. 240.500) mediante sormonto” è stato richiesto un ampliamento “per una volumetria utile fino a 810.000 mc, mediante la realizzazione di una vasca nella suddetta area Camacci”.  

Ampliamento della discarica San Biagio di Fermo per oltre 1 milione di metri cubi
ampliamento della discarica di San Biagio di Fermo per oltre un milione di metri cubi

UNA INDUSTRIA INSALUBRE CHE TRASFORMERA’ OGNI ANNO 35.000 TONNELLATE DI “UMIDO” E CHE LASCERA’ SUL TERRITORIO UNA MONTAGNA DI RIFIUTI SPECIALI

Oltre a questa montagna di rifiuti, Fermo sarà “abbellita” anche da una industria insalubre, composta da un biodigestore e dalla attività chimica necessaria per utilizzare il biogas prodotto e che in molte parti d’Italia ha trovato la ferma opposizione della cittadinanza e delle associazioni ambientaliste.

Comitato cittadino contro la costruzione di un biodigestore Saliceti

35.000 tonnellate di frazione organica dei rifiuti (umido) dovranno giungere, ogni anno, nel territorio cittadino con un impatto non solo in termini ambientali e di odori ma anche di rischi economici laddove, per qualsiasi ragione, l’Asite non dovesse più reperire le tonnellate di “umido” necessarie per far funzionare l’impianto.

Senza considerare la necessità di abbancare tonnellate di residuo pericoloso, vale a dire il materiale che resta dalla lavorazione “dell’umido” e che può arrivare fino il 40% dei rifiuti utilizzati. Argomento questo che è stato volutamente dimenticato ma che spiega, in parte, la necessità di 1.050.500 metri cubi di discarica in più.

E mentre i cittadini sono chiamati a “posare” nelle giornate dedicate alla raccolta dei fazzolettini usati e dei mozziconi di sigarette il Comune si appresta a far venire nel territorio di Fermo una montagna di rifiuti.

UN FUTURO “GREEN” COME IL COLORE DEI SOLDI

Praticamente il Consiglio Comunale ha deciso di trasformare il suo territorio in una pattumiera per almeno i prossimi dieci anni (tempo stimato di rientro dell’investimento) nella convinzione, ha affermato l’Assessore alle Politiche Ambientali Alessandro Ciarrocchi  di “aver approvato un atto di indirizzo “storico” per il futuro “green” della nostra città”.

Green è un’altra parola che viene utilizzata a sproposito.