di Massimiliano Bartocci –

L’amministrazione comunale di Fermo sta collezionando una serie incredibile di querele ed esposti segno di un’attività “borderline” che meriterebbe un’attenzione particolare anche da parte della Prefettura di Fermo.

Oltre alle denunce per le “spese pazze” di Lido Tre Archi è di oggi la notizia che l’Associazione Demos ha presentato “una denuncia querela alle Procure della Repubblica di Fermo e alla Corte dei conti di Ancona”, per le tante irregolarità che presenta l’alienazione della “Casina delle Rose”. 

Ma anche la vendita della Casa del Custode sembra sia sotto la lente d’ingrandimento della Magistratura.

A queste ultime notizie se ne aggiungono altre che riguardano fatti gravi successi nei confronti di dipendenti ed ex dipendenti. È di fine marzo la condanna del Comune di Fermo al pagamento delle spese processuali in seguito all’annullamento, da parte del Giudice del Lavoro, di una sanzione disciplinare ritenuta illegittima.

SCONCERTO PER LA GESTIONE PUBBLICA

Di certo i rappresentanti dell’Associazione Demos “che progetta e promuove processi di partecipazione popolare su temi e problemi di sviluppo delle città, per dare voce ai cittadini più semplici e disinformati, mediante un metodo scientifico” devono essere rimasti sorpresi dalla gestione amministrativa della città.

Lo si capisce dalle parole del Presidente dell’Associazione, il prof. Carlo Di Marco, emerito di Diritto Pubblico presso l’Università degli Studi di Teramo:

“Va detto che intorno alla nostra iniziativa (contro nessuno e volta unicamente a creare dibattito, discussione, confronto e partecipazione popolare), si sono creati forte interesse e genuina curiosità: nelle varie fasi sono state coinvolte centinaia di cittadini”.

L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE HA RIFIUTATO OGNI DIALOGO PARTECIPATIVO

“In tutte le fasi avremmo voluto interloquire con il Sindaco, la Giunta e tutti i consiglieri comunali (sempre puntualmente invitati): avremmo voluto fare da raccordo fra i governanti e i governati in un dialogo partecipativo sui destini della Casina delle Rose, ma non ce l’abbiamo fatta perché mai l’Amministrazione comunale ha accolto i nostri inviti, né ha risposto alle nostre richieste di patrocinio e di disponibilità logistiche”.

“La carenza di dialogo con l’Amministrazione comunale, tuttavia, non ha impedito al Forum di esaminare attentamente tutte le questioni relative alla messa in vendita della Casina delle Rose e, come è noto, il Forum ha dato mandato all’Associazione Demos di emanare tre atti: una diffida stragiudiziale al Comune per la revoca in autotutela del pro-cedimento di alienazione; una segnalazione alla Sovrintendenza e una denuncia-querela alle Procure di Fermo e della Corte dei conti”.

IL MANDATO ELETTORALE NON CONFERISCE AI PARTITI POTERI ASSOLUTI SU TUTTO

“Non possono mancare considerazioni di sintesi: il mandato elettorale non sostituisce il popolo che, secondo questa Costituzione, è il sovrano; né conferisce ai partiti poteri assoluti su tutto; la partecipazione popolare non è una facoltà di chi governa, bensì un dovere in capo ai pubblici poteri e un diritto inalienabile dei cittadini. Questi, pertanto, non sono al servizio dei partiti andando semplicemente a votare, bensì, al contrario, i partiti sono strumenti dei cittadini e vanno sempre ascoltati”.

IL COMUNE RISPONDE POSTICIPANDO LA DATA DELLA VENDITA

Nonostante le voci contrarie alla vendita che si sono sollevate anche all’interno della stessa maggioranza e della Giunta Comunale, il Sindaco spinge fortemente per concludere l’operazione.

L’asta prevista per il 2 Agosto (e in caso di gara deserta il 2 settembre) sembra presentasse dei problemi per le concomitanti assenze per ferie di attori, anche bancari, interessati all’operazione, così con determinazione n. 607 del 19 Luglio 2022 il Dirigente al Patrimonio, Dott. Alessandro Paccapelo, ha prorogato i termini fissando la seduta pubblica al 16 settembre (ed eventuale secondo esperimento il 18 ottobre), “ritenuto opportuno, anche al fine di ampliare la platea dei potenziali soggetti interessati all’acquisto” recita l’atto.

ARRIVERA’ PRIMA LA MAGISTRATURA?

Questo prolungamento dei termini consentirà alla Magistratura di intervenire preventivamente e bloccare una vendita che appare effettuata ad un “prezzo vile” (soprattutto dopo l’approvazione della variante che consente un ampliamento dei metri quadri, oltre cinquemila, e delle volumetrie, quasi 10.000 metri cubi) oppure ci saranno inevitabili strascichi giudiziari negli anni a venire?

Non ci resta che attendere il 16 settembre anche se distratti dalle elezioni politiche.