di Massimiliano Bartocci –

Le libere assemblee dei cittadini sulla “riqualificazione della Casina delle Rose” del 4 e 5 luglio, promosse dalla Associazione culturale Demos, si sono concluse con la redazione di un documento finale che è stato votato e approvato dai presenti.

L’inchiesta di Fermo News “il prezzo della Casina delle Rose un danno enorme per le casse comunali” ha fornito ulteriori elementi alla discussione.

Consiglieri Comunali poco informati

Elementi fondamentali che sono stati “nascosti” anche ai Consiglieri Comunali il cui voto in consiglio comunale non può dirsi formato liberamente e pienamente.

In nessun atto ufficiale, ad esempio, viene riportata la consistenza dei metri quadri, 5301, realizzabili dopo l’approvazione della variante al piano particolareggiato e che abbiamo dovuto ricavare sommando le consistenze evidenziate dalla Agenzia delle Entrate. Così come in nessuna parte sono stati considerati i recenti provvedimenti legislativi che hanno fatto aumentare il valore dell’immobile.

Sindaco, Giunta e Dirigente al Patrimonio potrebbero essere chiamati a risarcire il danno erariale

Un momento centrale della assemblea plenaria è stato quello dell’approvazione di una diffida stragiudiziale da indirizzare al Sindaco, al Dirigente al servizio del patrimonio e ai membri della giunta che, si legge nell’atto, “potrebbero essere chiamati a rifondere le casse comunale per la minore cifra realizzata”, in quanto il prezzo posto a base d’asta risulta, con tutta evidenza, molto lontano dal valore effettivo dell’immobile individuabile sia attraverso una stima per “valore di mercato” sia da una stima per “valore di trasformazione”.

La decisione di vendere la Casa delle Rose risulta non motivata

Ma nell’atto di diffida è stata evidenziata anche la carente motivazione della vendita che è un elemento imprescindibile di ogni atto amministrativo e in particolare per gli atti di alienazione di beni esistenti in zone di particolare interesse storico culturale o “strategici” per una città.

In particolare  “il presunto interesse all’acquisto da parte di imprenditori, conseguente ad un non meglio precisato aumento dell’afflusso turistico, quale motivazione sottesa alla decisione di vendere l’immobile, risulta particolarmente carente ed è in contraddizione con la DETERMINAZIONE DEL 16-02-22, n. 48 con cui sono stati affidati direttamente “servizi di ideazione, elaborazione, definizione e presentazione della proposta progettuale da candidare al bando pubblico del Ministero dell’Interno per l’assegnazione del fondo anno 2021 a sostegno delle piccole e medie città d’arte e dei borghi particolarmente colpiti dalla diminuzione dei flussi turistici dovuti all’epidemia da Covid 19”.

Ricordiamo infatti che la Casina delle Rose non era tra i beni alienabili ed anzi era stato approvato, da questa Amministrazione, un progetto di ristrutturazione “tra cui un intervento di manutenzione straordinaria, inserito nella programmazione triennale delle OO.PP.2020-2022, per un importo complessivo di 2 milioni di euro, finanziato per 1.800.000 euro mediate mutuo e 200.000 euro mediante avanzo d’amministrazione”.

Senza alcuna motivazione valida (salvo appunto quello risibile dell’interesse di non meglio precisati imprenditori) con Delibera del Consiglio Comunale n. 99 del 28/12/2021 è stata posta tra i beni alienabili per un valore di 1.973.000 secondo una stima approssimativa e fondata su dati del 2016 ovviamente non più validi.

UNA STIMA CARENTE DI MOLTI ELEMENTI

La stima utilizzata per determinare il prezzo di base d’asta risulta carente di molti elementi, in particolare non tiene conto delle previsioni legislative sopraggiunte e “nascoste” anche agli stessi consiglieri comunali, tra cui:

  • il D.L n. 152 del 6 novembre 2021 che ha introdotto all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), un credito d’imposta pari all’80% delle spese sostenute per la riqualificazione di strutture alberghiere”,
  • il D.P.C.M. 22/01/2018 n. 13 con cui sono state definite le condizioni di esercizio dei condhotel, nonché i criteri e le modalità per la rimozione del vincolo di destinazione alberghiera in caso di interventi edilizi sugli esercizi alberghieri esistenti (residenziale che può arrivare fino al 40% della superficie lorda totale)
  • il valore di riferimento degli immobili “simili” ora stabilito dalla vendita della “casa del custode”, e non già dalle vendite avvenute in Via Ciccolungo 66, Via Marconi 34, Via Ognisanti, e Via Corsica come invece indicato nella stima del 2016.

SONO 5301 I METRI QUADRI REALIZZABILI IN SEGUITO ALLA VARIANTE AL PIANO PARTICOLAREGGIATO

Poiché la Casa delle Rose gode di una variante che ha portato la superficie a 5301 mq x 9730 metri cubi è evidente che il valore supera gli 11 milioni di euro.

Il Comune non sta vendendo gli attuali 1000 mq ma i 5301 mq concessi dalla variante.

Sulla questione è intervenuto anche il Capogruppo di Fermo Capoluogo l’Avv. Renzo Interlenghi: La novità introdotta dal documento predisposto dall’associazione DEMOS e la diffida depositata in Comune con cui si intima ai Dirigenti e agli Amministratori di fermare la vendita della Casina delle Rose, apre uno scenario dal quale il Sindaco e la sua maggioranza non può prescindere.

Per una volta voglio, simbolicamente, sotterrare l’ascia di guerra per raggiungere un fine alto, chiedendo all’amico e collega Calcinaro, dallo scranno che occupo all’opposizione, di ascoltare le richieste dell’associazione e di tutte quelle cittadine e cittadini che la sostengono sia formalmente che idealmente, quanto meno affinché si apra un tavolo di confronto.

Non c’è alcuna fretta di vendere il gioiello della città che, a mio avviso, dovrebbe rimanere di proprietà comunale, come non c’era alcuna fretta a vendere la casetta del custode, atto perpetrato in fretta e furia”

DENUNCIA ALLA CORTE DEI CONTI

Associazione Demos si prepara anche ad altre iniziative tra cui la richiesta di riconoscimento dell’interesse storico culturale dell’intero Girfalco e la presentazione di una denuncia alla Corte dei Conti per vedere riconosciuti i danni provocati alle casse comunali e alla città tutta.

Riacquistare la Casa del Custode un obiettivo a breve termine

Tra le varie questioni discusse durante l’assemblea dei cittadini vi è stata anche quella sulla necessità di riacquistare la Casa del Custode per dare al Girfalco una prospettiva pubblica unitaria.

Proposta che un po’ ricorda la storia dell’Area Santa Lucia, anch’essa strategica, che il Comune poteva riscattare per una cifra minima di 650.000 euro e che invece è stata “lasciata” ai privati, salvo poi una costosa “marcia in dietro” che ha comportato l’acquisto, ad una cifra doppia, da parte della Steat. 

Tanti soldi pubblici buttati al vento.