Di Massimiliano Bartocci –

Interessante iniziativa messa in campo dalla neonata associazione culturale “Giorgio La Pira” di Fermo e Porto San Giorgio dal titolo “Ciò che ci tiene insieme. Sfide e urgenze per la politica” che si è tenuta Venerdì 20 gennaio nei locali messi a disposizione dal Centro Culturale San Rocco di Fermo.

Convegno “Ciò che ci tiene insieme. Sfide e urgenze per la politica” organizzato dalla Associazione Giorgio La Pira di Fermo e Porto San Giorgio, Venerdì 21 Gennaio 2023

Ad offrire spunti di riflessione e di lettura della situazione politica, anche locale, è stato chiamato Luca Alici, professore associato di Filosofia della politica presso l’Università di Perugia, ma anche “cittadino del nostro territorio in quanto residente a Grottazzolina” come ha sottolineato l’Avv. Giovanni Lanciotti, che ha introdotto l’incontro insieme al presidente dell’Associazione Maurizio Temperini.

Rinsaldare i legami tra Fermo e Porto San Giorgio

Con l’incontro odierno l’Associazione culturale Giorgio La Pira ha posto il primo tassello nel tentativo dichiarato di rinsaldare i legami tra le realtà di Fermo e Porto San Giorgio, considerata la presenza in sala, per il Comune di Fermo, dell’assessore Elisa Cerretani, del dirigente comunale Saturnino Di Ruscio, dei consiglieri comunali Alessandro Bargoni e Roberto Simoni, mentre per il Comune di Porto San Giorgio del Sindaco, Valerio Vesprini e dei consiglieri comunali Alberto Giammarini, Marco Tombolini, Valeria Fermani e Chiara Marinangeli.

Nel suo intervento introduttivo il presidente dell’Associazione Maurizio Temperini ha ricordato che uno degli intenti dell’associazione è quello di “creare spazi alternativi di confronto, che non si impongono ma si propongono” in quanto “si è creata una frattura fra la base e i propri rappresentanti, tra i cittadini e le istituzioni”.  

 Convegno “Ciò che ci tiene insieme. Sfide e urgenze per la politica” organizzato dalla Associazione Giorgio La Pira di Fermo e Porto San Giorgio, Venerdì 21 Gennaio 2023

Il “singolarismo” il male della politica

Il Professor Luca Alici ha offerto una serie di spunti per comprendere le dinamiche che stanno alla base della politica odierna partendo da un testo del 1835 di Alexis Tocqueville che ha descritto nel “la democrazia in America” la deriva statunitense: “vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri. Ognuno di essi, tenendosi da parte, è quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui tutta la specie umana; quanto al rimanente dei suoi concittadini, egli è vicino ad essi, ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto; vive in se stesso e per se stesso”.

Quasi duecento anni fa Tocqueville metteva in guardia dal fenomeno del “singolarismo” generato dall’ onnipotenza del godimento individuale, del progresso tecnologico e dalle leggi del mercato.

In Italia siamo proprio all’interno di questa “patologia” politica, che negli ultimi trenta anni ha avuto una accelerazione amplificata dalle cosi dette camere dell’eco.

I politici e la camera dell’eco

Una camera dell’eco (“echo chamber” in inglese) è quel meccanismo per cui una persona riceve una serie di informazioni o idee che rafforzano il suo punto di vista, senza avere accesso ad altre risorse che potrebbero fargli avere una visione più critica e obiettiva della situazione. E questo fenomeno è amplificato dai social media che consentono, ad esempio, di escludere dalle conversazioni chi potrebbe mettere in discussione le proprie affermazioni ma anche dagli algoritmi usati dai social media che propongo solo informazioni vicine ai gusti e alle convinzioni delle persone.

Più che cittadini consapevoli il sistema crea cioè dei supportes.

Sempre Tocquiville sembra descrivere il politico attuale “E’ assoluto, particolareggiato, regolare, previdente e mite. Lavora volentieri al benessere, ma vuole esserne l’unico agente e regolatore; provvede alla loro sicurezza e ad assicurare i loro bisogni, facilita i loro piaceri, tratta i loro principali affari, dirige le loro industrie, regola le loro successioni, divide le loro eredità; non potrebbe esso togliere interamente loro la fatica di pensare e la pena di vivere? Così ogni giorno esso rende meno necessario e più raro l’uso del libero arbitrio, restringe l’azione della volontà in più piccolo spazio e toglie a poco a poco a ogni cittadino perfino l’uso di se stesso”.

Come non vedere quello che sta succedendo ai nostri giorni dove la partecipazione è stata confinata esclusivamente ai pochi secondi della espressione elettorale o come non considerare allarmante il fatto che a Fermo, ad esempio, non si contano più di dieci cittadini ad assistere alle sedute del Consiglio Comunale, anche quando si trattano argomenti importanti.

Per tornare quindi al tema dell’incontro, tra le “urgenze della politica” vi è la necessità, per usare una espressione di Francesco Stoppa, “di restituire le istituzioni alle comunità”. Comunità dove la convivenza non avviene come oggi per occupazione, ma per mediazione.

Aggiungiamo noi, occorre passare dal singolarismo al relazionésimo. Relazioni che sono state messe in secondo piano dal neoliberismo che si fonda proprio sull’idea che l’economia per funzionare non ha bisogno di beni relazionali ma esclusivamente di beni privati o pubblici.

Singolarismo presente anche nelle organizzazioni “usa e getta” del civismo o che generano politiche che considerano inutile il confronto e a volte anche contro la volontà popolare, si pensi alla vendita di beni collettivi strategici ed identitari come quelli presente nel Parco del Girfalco di Fermo.

L’avv. Lanciotti ha poi ricordato il prossimo incontro, del 27 Gennaio, che si terrà alla sala conferenze della Società Operaia di Porto San Giorgio, dal titolo “Struttura e implementazione del bilancio comunale” e che vedrà come relatore Tullio Valentini responsabile dell’Ufficio tributi del Comune di Fermo.