di Massimiliano Bartocci –

E’ di questi giorni la notizia di una “multa molto particolare” comminata dai vigili urbani di Fermo nei confronti di un cittadino reo di aver lasciato la propria autovettura aperta.

Multato per due volte un ispettore capo dello stesso corpo di polizia con l’auto di servizio

Può sembrare l’ennesima trovata del corpo di polizia di Fermo, saltato agli onori delle cronache per una serie di vicende molto particolari, basti ricordare quella, di qualche anno fa, in cui ad essere multato è stato, per ben due volte, un ispettore capo dello stesso corpo di polizia municipale mentre circolava con l’auto di servizio (sanzioni poi annullate, una dalla prefettura e una dal giudice di pace), ma in questo caso la norma di riferimento esiste ed è l’art. 158 del Codice della Strada, il quale precisa al comma 4 che “durante la sosta e la fermata il conducente deve adottare le opportune cautele atte a evitare incidenti ed impedire l’uso del veicolo senza il suo consenso”.  

Le auto “aperte” il vero pericolo per la città

Non si conoscono esattamente le circostanze che hanno portato alla bizzarra sanzione ma di certo la presenza dei vigili urbani avrebbe dovuto escludere il crearsi di un pericolo derivante dalla mancata chiusura delle porte. In presenza di un vigile ci si dovrebbe aspettare un consiglio, magari urlato ad alta voce, e non certo l’applicazione di una sanzione.

Ma almeno questa volta non dovrebbero esserci strascichi giudiziari se è vero che la sanzione è stata già pagata dall’incredulo “delinquente”.

Fermo al 1850

Vessare i propri cittadini deve essere un’usanza tutta fermana tanto è vero che già in una poesia della metà dell’ottocento, di Giovanni Battista Tamanti, dal titolo “la polizia urbana e le multe per la biancheria nelle finestre” si parlava della assurdità di alcune multe elevate dalla polizia urbana:

Sor Segretariu miu, la pulizia

va bè, ‘gna falla e falla da per tutto;

commengo io pure che fa tanto brutto,

fora vedé ppiccà la bianchiria.

La lege è justa, scia comme scia.

Io l’acqua de li spurghi la ‘nconnutto

e, per paura, fora no’ la butto,

ché un consijjere me pò fa’ la spia.

Pertanto, che te pijja ‘n accidente,

la legge è fatta per nuatri suli.

Lu Municipiu sporca e n’ je fa niente?

Viva la libertà data a li culi,

viva lu Municipiu che non sente ragiò

per mmerda d’asene e de muli