di Massimiliano Bartocci –

La Giunta Comunale di Fermo il 25 Maggio 2023 ha reso noto di aver “approvato il progetto definitivo per l’impianto per il trattamento anaerobico dei rifiuti organici. Come si ricorderà a dicembre era stato riconosciuto  un importante e storico finanziamento PNRR (a fondo perduto fino al 100% dei costi ammissibili) al Comune di Fermo e alla Fermo Asite di circa 17 milioni e 500 mila euro per realizzare il biodigestore, premiando in questo modo una progettualità  innovativa e funzionale!”

Le problematiche senza risposta

Del tutto inascoltate le voci dei cittadini che hanno sollevato più di un dubbio sull’impatto che questa industria insalubre, di prima classe, avrà su tutto il territorio fermano ed in particolare sulla frazione di Caldarette d’Ete e sul vicino Comune di Ponzano di Fermo.

In molte altre parti d’Italia queste industrie, oggi “di moda” per i contributi statali che si possono ottenere, sono state fermate proprio dalla sollevazione popolare; Nel nostro territorio è ancora viva la sollevazione contro la “centrale a biomasse di Campiglione di Fermo” che non si differenzia molto da quella in costruzione.

Preoccupano infatti

  • le “esalazioni” generate dal funzionamento del biodigestore e soprattutto dal processo di trasformazione del gas prodotto in metano;
  • il passaggio di migliaia di autotreni necessari per il trasporto di oltre 35.000 tonnellate ogni anno di “frazione organica” (e non solo) e per i prodotti chimici indispensabili alla raffinazione del gas e necessarie per il funzionamento dell’impianto e che dovranno pervenire non solo dai Comuni della Provincia di Fermo ma anche da altre parti d’Italia. Un impatto notevole anche solo considerando che per raggiungere la zona (San Biagio), dove nascerà questa industria, non vi sono strade a scorrimento veloce;
  • lo stoccaggio e lo smaltimento dei “biodigestato”, ossia la frazione di scarto del processo. Migliaia di tonnellate ogni anno (si parla di oltre 10.000 tonnellate) che sono altamente pericolose.

Il Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro non vuole sentire ragioni: “si procede con questo importante progetto che a dicembre, quando ci sono stati riconosciuti i fondi PNRR,  ci ha visti sedicesimi in tutta Italia su 500 domande e tredicesimi nel centro sud. Sicuramente un risultato straordinario che consentirà di avere una produzione di energia a Fermo dal 2026, in quanto è una realizzazione complessa. Ancora un grande ringraziamento ed un plauso all’Asite, a tutto il Consiglio di Amministrazione per il gran lavoro che ha fatto su questo progetto, al Presidente, al Direttore, ai consulenti”.

L’iter che ha poi portato a questo era iniziato già nel 2018, era culminato nell’atto di indirizzo approvato dal Consiglio Comunale nel dicembre del 2021, preceduto anche da diversi passaggi propedeutici in Commissione Consiliare dialoghi ed incontri con le associazioni ambientaliste, cui era seguita l’autorizzazione ambientale della conferenza dei servizi in Provincia nei primi mesi del 2022. 

Ora – come ricorda l’Assessore alle Politiche Ambientali Alessandro Ciarrocchi – il prossimo passo sarà quello dell’indizione della gara a cura della SUA della Provincia entro il 30 giugno 2023. Questo impianto rappresenta un progetto ambientale strategico per la città ed il territorio che ha il duplice obiettivo di ridurre i rifiuti finali e di produrre energia “verde” e “rinnovabile”, ottenendo biogas e biometano dai rifiuti organici. Nel lungo percorso che ci ha portato fino ad oggi e che ricordo essere partito sin dal primo mandato amministrativo, abbiamo fatti diversi passaggi in commissione, in Consiglio ed anche con le associazioni ambientaliste per illustrare l’opera dal punto di vista ambientale e da quello del piano economico finanziario. In questo contesto l’aver intercettato un importante finanziamento a fondo perduto dal Pnnr costituisce conferma della bontà del Progetto”.

Il progetto che ha proposto la Fermo Asite, partecipata dal Comune di Fermo ed affidataria in house di servizi pubblici e di servizi strumentali da parte dell’Ente stesso, oltre che proprietaria e gestore dell’impianto di smaltimento/interramento nell’ambito del CIGRU, riguarda un sistema impiantistico complesso, costituito da una sezione di digestione anaerobica dei rifiuti per la produzione di biogas e la sua successiva purificazione per ottenere biometano. I rifiuti destinati a trattamento nel nuovo sito impiantistico saranno costituiti essenzialmente dalla frazione organica per una quantità, ridotta rispetto all’iniziale progetto, di 35 mila tonnellate all’anno, in gran parte proveniente dall’ambito dell’ATA 4 della Provincia di Fermo”.

Prosegue il comunicato ufficiale del Comune di Fermo “Il sistema impiantistico progettato ha quindi i seguenti obiettivi:

• recuperare risorse;

• produrre energia;

• ridurre la necessità di discarica.

Al pari del gas naturale il biometano può:

• contribuire alla riduzione dell’emissione di gas serra;

• essere utilizzato come biocombustibile per veicoli a motore;

• essere immesso nella rete di distribuzione nazionale;

• essere trasportato e stoccato per la successiva produzione di energia anche in luoghi molto distanti dal sito produttivo”.