Nei giorni scorsi Confabitare ha inoltrato alla regione Marche – Urbanistica servizio edilizia e all’ANCI l’istanza di revisione delle liste dei comuni ad Alta Tensione Abitativa bloccate dall’ultima delibera Cipe del 2003.
Le lista, che in forze del D.L. Berlusconi /Tremonti del 2003 avrebbero dovuto essere poste in revisione ogni biennio sono rimaste bloccate per venti anni, con gravi ripercussioni economiche per i cittadini.
Basti pensare infatti a tutti quei contribuenti, sottoscrittori di contratti di locazione con cedolare secca, che non possono fruire dell’opzione al 10% in quanto il loro comune non è classificato ATA.
La procedura trae spunto dall’esame dei dati della vecchissima rilevazione Istat 2000, sulla quale sono state informate le liste del 2003, ma per effetto delle variazioni demografiche e delle ultime rilevazioni ISTAT la soglia di compatibilità dei comuni ATA si è innalzata di circa 161.000 abitanti con la conseguente possibilità di dar vita ad una lista più corposa di comuni ad alta tensione abitativa, circa 16 in più in tutta la regione.
I vantaggi per i cittadini residenti in questi comuni è sensibile dal punto di vista fiscale, potendo aderire nell’ipotesi di locazione di immobili all’opzione della cedolare secca del 10% in luogo di quella del 21%, fruire dello sconto IMU sulla base delle delibere comunali, mentre per contro i conduttori avrebbero uno sconto sulla Tari.
Basti pensare che con la revisione e la successiva approvazione del CIPE i comuni ad Alta Tensione Abitativa nelle Marche potrebbero passare da 25 a 40, con un beneficio diretto per oltre 160.000 abitanti e le loro famiglie.
Confabitare auspica un iter snello da parte dei competenti organi regionali che hanno ricevuto nei giorni scorsi la richiesta con allegata una simulazione riguardante gli eventuali nuovi comuni classificati ad Alta Tensione Abitativa, vista l’assenza di attualità e congruità della vecchia lista Cipe.