di Massimiliano Bartocci –
41 anni di attesa per la Contrada Pila. 41 anni di speranze e di delusioni. 41 anni di tentativi, ma anche di maggiore partecipazione, come quella per la cena di contrada che ha fatto registrare il “record” di 550 commensali. Di più Via Brunforte non ne poteva contenere.
Una gara stregata
La Cavalcata dell’Assunta sembrava stregata per i colori bianco azzurri tanto che quest’anno i contradaioli hanno tentato anche la strada del rito propiziatorio, e si sono ritrovati, nella notte del venerdì antecedente, per ri-percorrere il campo di gara che è stato cosparso di sale ed “incensato” con preghiere, canti e inni, tutti diretti a rompere quello che appariva come un autentico medioevale “incantesimo”.
Rito propiziatorio che evidentemente ha dato i suoi effetti visto l’andamento della Cavalcata di quest’anno.
Il cavallo Diamante Prezioso con ali al posto degli zoccoli
La batteria eliminatoria è stata infatti vinta proprio dal cavallo della Pila.
Nella gara finale sono poi “nate” le ali al cavallo Diamante Prezioso, guidato dal fantino Alessandro Fiori, che ha ottenuto la sospirata vittoria, senza praticamente rivali, contro le più accreditate Fiorenza, Torre di Palme, San Bartolomeo e la “ripescata” Molini Girola, tutte tenute a debita distanza.
Un distacco tale da consentire ai contradaioli di Pila di invadere il campo di gara ancor prima del passaggio del cavallo sulla linea d’arrivo.
Una festa iniziata ancor prima della fine della gara
Una festa iniziata ancor prima della fine della gara e che non ha avuto soste: un corteo festante si è spostato dal traguardo, per arrivare fino alla Cattedrale Metropolitana dedicata all’Assunta (la più antica chiesa cristiana dedicata alla madre di Gesù, risalente al V sec. d.C.) per poi trasferirsi in Piazza del Popolo e, attraverso le vie cittadine, giungere in Via Brunforte dove, sotto l’arco di Santa Caterina, ad attendere c’era una materna sede di contrada, abbellita come non mai per l’occasione.
Canti, fuochi di artificio e festeggiamenti hanno accompagnato il drappo fino alle prime luce dell’alba quando il cielo si è colorato di nuovo… di bianco e di azzurro.